Un eroe del nostro tempo

Prepariamoci, presto avremo molto da fare

L’ottimismo autocompiaciuto a cui si è abbandonato il premier all’inizio delle feste, induce alla più sincera tenerezza. Renzi ha ragione: nessuno ha avuto mai il coraggio di mettere in questione l’articolo 18 fino a sfidare il sindacato in piazza, meno che mai Cicchitto e Sacconi, tanto basta per fare di lui quello che Lermontov avrebbe chiamato “un eroe del nostro tempo”. E pure, anche qui Renzi vede bene, forse che i diritti dei lavoratori sono stati in qualche modo scalfiti? Ma se passasse la linea Poletti, di limitare le modifiche dell’articolo 18 al solo lavoro privato, tutta questa battaglia sarebbe completamente inutile. Le grandi imprese private, che si sono confrontate con l’articolo 18 per oltre trent’anni, se ne sono già andate dall’Italia, quelle pubbliche, con il loro gravare sui costi dei contribuenti con fannulloni e intoccabili vari, finiranno per affondarla. Sarà sicuramente interessante vedere gli ulteriori sviluppi della questione che Renzi può guardare con la giusta tranquillità. Lui, il sasso l’ha buttato, se proprio vogliamo salvare uno stagno maleodorante, affari nostri. Infatti il premier già pensa ad altro, all’Ilva e incrociamo le dita, perché sappiamo da precedenti esperienze come sono andate a finire gli investimenti dello Stato nell’industria pesante, alla nuova presidenza dell’Inps, e anche qui, va riconosciuto, la nomina di Tito Boeri, è un piccolo capolavoro, se proprio non dovesse capirci niente, meglio un intellettuale sincero all’ennesimo burocrate inaffidabile. Con tutto questo il premier può anche rinunciare a fare i conti con la crisi, tanto non c’è stata una sola iniziativa utile a superarla, non certo gli ottanta euro e tantomeno l’orgoglio nazionale sbandierato ad una esterrefatta Germania. Anzi, il governo ha liquidato l’unica cosa utile che aveva in cantiere, ovvero la spending review di Cottarelli e a questo punto non ci resta che sperare nella ripresa statunitense che abbia effetti anche sul vecchio continente, che la dèbacle greca, resti sotto controllo, che Draghi, non si stufi di predicare a vuoto. Chissà mai che una serie di circostanze fortunate, estranee quasi del tutto al nostro controllo, non possano consentirci di tirare avanti senza particolari sforzi? La Democrazia cristiana insegnava di non porre mai limiti alla divina provvidenza e Renzi ha imparato la lezione perfettamente. D’altra parte, l’opposizione farfuglia al limite dell’isteria. Non ci sarà un solo posto di lavoro in più dicono i 5 stelle e rischiano pure di portare iella. Cosa sostenga Salvini è quasi impossibile da capire e forse meglio del tutto non capirlo. Morale, l’unica idea che è una, è quella di Berlusconi della flat tax, suggestiva e fascinosa. Se non fosse che il Cavaliere, l'aveva già lanciata nel 1994 e quando ebbe l’80 per cento del Parlamento sotto suo controllo, lo mise a stilare il lodo Alfano. Se queste sono le condizioni, prepariamoci, avremo presto molto da fare.

Roma, 29 dicembre 2014